METAMORFOSI
Alomardanza
Domenica 14 maggio ore 18:30
METAMORFOSI
La ricerca più Sacra
dall’assenza attiva… al micromovimento della danza del cosmo
“Questo potenziale estremamente ridotto che ci è dato di vedere è comunque sufficiente per riuscire a comprendere che esistono possibili salti dimensionali, in grado di dare senso all’esistenza aldilà delle quote sensoriali…”.
Queste parole di Pierpaolo Curti, scelte per chiosare l’introduzione alla mostra Assenza Attiva, sono totalmente aderenti alla ricerca che il gruppo Alomardanza da oltre 15 anni insegue: attimi di sospensione, micromovimento, armonie sottili che sorprendono spesso il testimone incantato. Danzano, queste donne, nell’ascolto della nascita del movimento, danzano per intercettare l’attimo e il luogo che nel corpo, da respiro, si fa movimento. Questo movimento, accolto, percepito, sentito, sorge, affiora, nasce, si manifesta ed evapora, lasciando echi di linee nello spazio. Un viaggio nello spaziotempo corporeo, che chiede un ascolto innamorato del silenzio, ed offre nuovi orizzonti nel cuore. Donne che sono approdate alla danza interrogando la propria vita, per trovare risposta alla malattia cronica, quella che porta dolori che non ti fanno morire, ma ti accompagnano tutta la vita: le cosiddette patologie cronicodegenerative. Quelle che con una parola, detta diagnosi, cambiano per sempre il corso della tua vita. Si può trasformare la malattia in ricerca? Si, è una Via, è il Dao; è la Via della resa, che passa dallo scolpire millimetro dopo millimetro l’ego, che urla e vuole riprendersi spazi, atti, abitudini, per accogliere il miracolo dell’attimo, del millimetro, di quel mistero istantaneo racchiuso nella bellezza di quello che c’è, qui e ora, senza giudizio, senza aspettativa, senza…
Non c’è più colei che danza, c’è solo la danza della Vita.
“Impossibile da definire”, come scrive Curti, perché, come scrive il maestro Advaita Jean Klein: “Il desiderio di interrogarsi sulla vita viene dalla vita stessa, da quella parte della vita che è ancora nascosta. La vita ci sprona ad interrogarci. Vuole essere ammirata. Finché non lo è, la domanda rimane irrisolta: Chi sono io? La risposta che porta questa danza è: sono colei che è, (così come è). Metamorfosi si pone quindi come atto danzato di “Assenza attiva”, di chi ha fatto della malattia, arte.