DIGIOVANNI

LA SECONDA PRIMA VOLTA

SABATO 27 APRILE 2024 – ORE 21

Un nuovo inizio per il livornese Alessio Franchini, cantautore con alle spalle una lunga storia di palchi (dal Teatro Ariston di Sanremo al Teatro Della Luna a Milano,dal Paradiso – Amsterdam ai club di Manhattan) e collaborazioni, prima tra tutte quella con Vinicio Capossela. Ha infatti partecipato all’edizione 2017 dello Sponz Fest in Alta Irpinia e compare come autore, a testimonianza di quella stessa esperienza, nel libro “Come li pacci. Un racconto a più voci di dieci anni di Sponz Fest” edito nel 2023 da Baldini+Castoldi.Frontman e chitarrista del Circolo Dei Baccanali, protagonista di uno spettacolo-tributo a Jeff Buckley (che gli è valsa la collaborazione con il produttore Gary Lucas,oltre a una serie di concerti in tutto il mondo) e attore nel cast di Jesus Christ Superstar di RockOpera, Franchini torna sulla scena scegliendo il cognome materno come nome d’arte: DIGIOVANNI. È affiancato dal bassista Alessio Macchia, sia nelle situazioni dal vivo che in studio di registrazione.

La seconda prima volta” è il primo album di questa nuova fase artistica, prodotto da Andrea Pachetti (prod. Emma Nolde) e pubblicato dall’etichetta LaRue Music Records. Distribuzione a cura di The Orchard. 

ASCOLTA SU SPOTIFY LIVE SESSION – POSSO CRESCERE feat CARMELO PIPITONE

Sull’album: “Uno degli argomenti principali di questo disco è il tempo: tempo sublime di speranza in “Posso crescere”, tempo sospeso di “Resta ancora”, tempo di vita e di morte in “51”. In questo viaggio (nel tempo, appunto) c’è spazio per una rinascita, una ripartenza. Perché ognuno di noi avrà sempre “la libertà di scegliere”, di riaggiustare il tiro e riprendere un discorso a cui teneva, ma che è stato costretto per un po’ a tralasciare. La musica, con le sue capacità terapeutiche e di evasione (“In piedi sopra il mare”), indica la strada. C’è luce fuori dalla stanza, un verde immenso che ci aspetta. La seconda prima volta.”

RASSEGNA STAMPA

«Una produzione intelligente, che si fa forza della scrittura originale e priva di schemi di una penna certamente consapevole, nonostante quello di oggi sia formalmente un debutto: una visione poetica del mondo che intreccia le sonorità cantautorali con echi di new-age che arrivano dritti dritti dal cuore degli anni Ottanta, mescolandosi con un post-rock in chiave Bluvertigo decisamente convincente. C’è la malinconia tipica della canzone d’autore che tuttavia non lascia disperdere quell’aroma lisergico che pare intriso nell’anima della canzone, grazie anche ad una sapiente alchimia di riferimenti e contenuti.»

Alla scoperta di Digiovanni, 20/10/2023

«Che dolcissima delicatezza, quella di Digiovanni, cantautore che rischia di diventare uno dei miei preferiti degli ultimi ultimi anni. Anche qui, la produzione di Andrea Pachetti riesce ad impreziosire la resa poetica di una penna e di un timbro che sembrano scesi da un’altra dimensione esistenziale e riflessiva: una carezza, che allo stesso tempo graffia l’anima con le unghie della malinconia.»

Any given Friday #93, 08/12/2023

«La forza dirompente e misteriosa della specificità, l’evocazione di misteri profondi e per questo necessari, la tensione quasi mistica che sembra annidarsi in certe pieghe espressive della musica di Digiovanni: questi sono gli ingredienti basilari di una combinazione efficace a raccontare un mondo interiore variegato e sommessamente esplosivo, che si arrampica nel cuore dell’ascoltatore sin dal primo ascolto di “Resta ancora”, il nuovo singolo dell’artista toscano.»

Restare ancora accanto a Digiovanni per tornare a credere nella musica che vale

«Dieci canzoni che analizzano il concetto di passaggio, di transumananza che non si lascia irretire da pose ormai vincolanti e asfittiche e prova invece a trovare l’essenza del tutto nel respirare, dilatando le spalle e rilassando i muscoli; una terapia personale che porta l’autore “oltre”, in una dimensione quasi oracolare e sciamanica in cui, guidato da un timbro evocativo e identitario, l’ascoltatore può guardarsi dentro, e finalmente perdersi senza la paura di farlo. Un viaggio che merita di essere vissuto attraverso le pieghe di un’orchestrazione che fonde fra loro linguaggi diversi, mantenendo l’appeal del giusto “crossover”, capace di arrivare a tutti.»

Il tempo, le domande e la voce dell’oracolo, 26/01/2024

«L’ascolto scorre piacevole, aiutato da scelte timbriche ed espressive davvero di spessore: il lavoro di produzione ha saputo valorizzare la resa di un disco che possiede la sua forte complessità, facendone smussare gli angoli attraverso un processo di “labor lime” che non ha “semplificato” ma piuttosto arrotondato la complessità del disco, rendendolo apprezzabile a tutte le latitudini d’ascolto.»

Digiovanni – La seconda prima volta, 05/02/2024

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