RITRATTI D’AUTORE
a cura di Ezio Guaitamacchi
#12 BRUCE SUDANO
Venerdì 22 marzo 2024 – ore 21
“Affronto il futuro lottando con il passato, pur vivendo nel presente”. – Bruce Sudano. Anni fa, durante l’iconico show American Bandstand, la leggenda televisiva Dick Clark puntò un microfono in faccia al giovane Bruce Sudano e gli chiese: “Qual è la tua ambizione musicale?”. I fan adolescenti che riempivano il pubblico non dovettero aspettare molto per la rispostadi Bruce: “Voglio esibirmi al Madison Square Garden”. Si dà il caso che Sudano, allora membro di un trio chiamato Brooklyn Dreams, avesse già suonato in quella mitica location qualche anno prima, aprendo con la sua band Alive ‘N Kickin’ per Eric Burdon&War. Ma, in modi che allora erano al di là della sua immaginazione, ottenne poi molto di più di quell’unico concerto al Garden. Continuava ad amare i live , ma la sua vera passione divenne presto la scrittura di canzoni. All’epoca Sudano coltivava uno stile che combinava la sensibilità pop e soul con uno tocco degno del miglior jazz. “Stavo cercando di includere più musicalità nelle mie canzoni”, spiega. “Non avevo paura di lanciarmi in una progressione di accordi jazz o di usare accordi di settima maggiore, accordi che i cantautori rock ‘n’ roll di solito evitano. Ma sono cresciuto ascoltando Carole King, Neil Diamond, Doc Pomus e Leiber & Stoller, quindi apprezzavo l’essenzialità combinata con la raf finatezza musicale”. Nel suo nuovo album, “Talkin’ Ugly Truth, Tellin’ Pretty Lies” in uscita l’1 marzo 2024, entrambe le qualità sono evidenti. Ma c’è anche qualcosa di nuovo: una prospettiva che abbraccia ogni fase della vita di una persona: dall’euforia della giovinezza nel brano di apertura (“Better Than This”) attraverso il labirinto dell’amore, della perdita e delle lezioni apprese, prima di terminare con una ri flessione sul signi ficato di tutto questo e su dove porta il viaggio da quel punto della vita in poi (“Under the Gun”). “Prima c’è il giovane Bruce”, spiega Sudano. “E si arriva a ‘Come sei arrivato qui? Che direzione ha preso la vita? Quando inizierà la prossima fase? Come la affronterai? Lo farai con grazia?”. Si tratta anche di affrontare l’imprevisto di ciò che accade nella società di oggi: perché i rinnegati vivono la propria vita alla perenne ricerca di emozioni, ignorando la verità, dicendo bugie, ignorando le conseguenze che inevitabilmente ti raggiungono? Ci sono tutti questi elementi messi insieme”. Il viaggio della vita di Sudano ha fornito ampia ispirazione per “Talkin’ Ugly Truth, Tellin’ Pretty Lies”. Inizia a Flatbush, dove suo padre ha contribuito ad accendere la sua curiosità per la musica. “Lavorava nel business dei jukebox”, racconta Sudano. “Tornava a casa alla fine della settimana con una scatola di 45 giri. La cosa che mi ha sempre incuriosito, ancor più dei cantanti e dei musicisti, erano i nomi tra parentesi sotto il titolo: gli autori delle canzoni”. La sua carriera musicale è iniziata quando ha co-fondato gli Alive N Kickin’. Hanno pubblicato un singolo di successo, “Tighter, Tighter”, che ha raggiunto il n. 7 della classi fica di Billboard nel 1970. Tommy James (“Hanky Panky”, “Mony Mony”, “Crimson and Clover”, “I Think We’re Alone Now”) scrisse il brano e co-produsse l’album. Sudano aveva scritto gran parte del repertorio della band, ma è stata la guida di James ad aiutarlo a elevare il suo lavoro. “Quelle prime canzoni sono davvero divertenti, perché sono indicative dell’epoca: canzoni sconclusionate su cose di cui non avevo alcuna conoscenza”, ricorda Sudano. “Avevano titoli come “Kentucky Fire”, “Junction Creek” e “Mother Carey’s Chicken”: canzoni folli che praticamente mi uscivano impulsivamente”. “Quando sei un giovane cantautore”, continua, “vuoi avere successo perché devi pagare le bollette. Questo era il mio sogno, ma è stato dif ficile perché man mano imparavo a conoscere meglio il tipo di autore che ero e quali erano i miei punti di forza, ma non stavano necessariamente nell’entrare in una Top 40 fatta come si deve”. L’attenzione su Sudano aumenta quando le sue canzoni vengono riprese e registrate da alcuni dei maggiori artisti del momento, tra cui Dolly Parton, Reba McEntire e Michael Jackson con il fratello Jermaine. Ma il suo sodalizio più proficuo risale al 1977, quando i Brooklyn Dreams iniziano a collaborare con Donna Summer nel suo album “I Remember Yesterday”. Nel 1980, quando la loro relazione sboccia anche al di fuori dello studio, Donna e Bruce si sposano. La fusione delle loro vite professionali e personali ha stimolato la loro creatività e insieme hanno scritto successi mondiale di Donna Summer come”Bad Girls”, “Lucky”, “On My Honor”, “Can’t Get to Sleep at Night” e “Starting Over Again”, che Dolly Parton ha registrato e portato al n. 1 della Billboard Country Music Charts. Tragicamente Donna si è spenta nel 2012 a causa di un cancro, all’età di 62 anni. Nonostante fosse distrutto dalla sua scomparsa, Sudano ha capito che i semi della creatività possono continuare a crescere anche nel profondo del dolore. “Improvvisamente mi sono trovato in una nuova situazione”, racconta. “Non avevo più Donna per cui scrivere. Avevo un’età in cui non avrei messo insieme un altro gruppo. Forse però potevo essere il cantautore che non ero stato fino ad allora. Dal profondo dolore della situazione ho colto la sfida di continuare ad essere un artista. Questo è un elemento essenziale: la sfida, essere costretti ad andare in altri luoghi, a sentire altre cose, a sapere che non ci si sta adagiando”.
Questa grande perdita nella sua vita lo ha così portato a un periodo di crescita creativa, pubblicando nell’ultimo decennio 6 album e numerosi singoli, e ora “Talkin’ Ugly Truth, Tellin’ Pretty Lies” nel 2024. La sua maturità come artista – in realtà, come essere umano che esamina ogni aspetto della sua storia, sia essa straziante o edi ficante – è presente in ogni momento del nuovo album: l’accattivante ma urgente racconto della fuga dal caos della vita moderna (“Make The World Go Away”), le porte che gli amanti dovrebbero lasciare aperte (“Two Bleeding Hearts”), il ritratto di una misteriosa “ragazza magica” che vive “in un mondo di cartone [dove] la verità è un’insegna al neon, inseguendo il buio dalla luce” (“Cardboard World”), elegie per gli ideali infranti di una generazione e la resa agli “ostacoli e ai problemi” dell’età (“How’d You Get Here”) o il raggiungimento di “un luogo di resa dove si trova la vittoria” (sussurrato in “Navigating the Unforeseen”)… tutto ciò porta all’ultima traccia, “Under The Gun” e alle sue considerazioni sul tempo che passa e sul fatto che non si possa tornare indietro. Come ex Adult Contemporary Artist dell’anno e autore della canzone Adult Contemporary dell’anno “It’s Her Wedding Day”, Sudano comprende appieno il fascino dei risultati ottenuti in passato. Ma sa anche che con nuovi album come “Talkin’ Ugly Truths, Telling Pretty Lies”, il suo lavoro migliore deve ancora arrivare. “C’è questa fantasia che le cose fossero molto meglio allora: ‘Torniamo a quel periodo’. Beh, non si può fare! Ho imparato che in realtà c’è solo l’adesso e il domani. Rendiamo migliori l’adesso e il futuro!”.