SASSO CARTA FORBICE
a cura di Chiara Cardini
9 maggio | 20 giugno 2021
Giovedi – Domenica ore 15 – 19
ARTISTI
Luca Armigero, Nanni Balestrini, Alessio Barchitta, Gianfranco Baruchello, Tomaso Binga, Marco Cordero, Daniela Novello, Filippo La Vaccara, Carla Sanguineti, Guido Scarabottolo – Luigi Belli, William Xerra.
21 è lieta di presentare la mostra Sasso Carta Forbice, a cura di Chiara Cardini, che vuole offrire un segnale positivo in una stagione difficile per il comparto culturale e per noi tutti.
Il titolo si riferisce all’antico gioco cinese della morra e il percorso espositivo ha come filo conduttore il tema del gioco, inteso come la capacità di avere uno sguardo libero e creativo nei confronti del mondo, rivelando come ironia e fantasia possono essere altre chiavi di lettura per affrontare il presente. La mostra propone 12 artisti che, dalle ricerche concettuali sulla parola a quelle sui materiali e sulla tecnica, da escursioni in mondi fantastici alla costruzione di macchinari futuribili, trasformano lo spazio di 21 in una giocosa narrazione visiva. Il percorso però non si esaurisce nel concetto di “tornare bambini”, ma invita il pubblico a fare propria la possibilità di scegliere quale sguardo avere nei confronti della realtà, anche in presenza di una sopraffazione. Tomaso Binga, alter ego di Bianca Pucciarelli, dagli anni ‘70 sceglie di avere un nome maschile per evidenziare il privilegio che ha l’uomo in rapporto alla donna anche nel campo dell’arte. La sua ricerca graffiante fondata sulla “scrittura verbo visiva” e sulle performance è esplicitamente legata al femminismo. L’intreccio tra parola, poesia e arti visive caratterizza altresì la ricerca di William Xerra. Nel 1972 con il poeta Corrado Costa dà vita a Tre poemi flippers in cui l’arte è intesa come un gioco disinteressato del pensiero. Nanni Balestrini e Gianfranco Baruchello amici nella vita e orbitanti nel Gruppo 63 come Xerra, perseguono un’attività tra pittura, scultura, immagine elettronica, scrittura e tra happening/azione politica. Baruchello attraverso piccoli disegni stilizzati ironizza sulla morte, mentre Balestrini nel 1961 genera la prima spaesante poesia per computer. Per Luca Armigero il rapporto con la tecnologia avviene nell’incontro tra la crypto art e l’arte che definiamo corporea, esplorando quel territorio che sancisce il confine tra reale e immateriale, generando una meditazione sulla tangibilità della vita. Gli specchi trasformano e non sempre riflettono chiaramente ciò che è posto di fronte a loro, Carla Sanguineti lo sottolinea e ci pone di fronte alle figure degli archetipi. Filippo la Vaccara, tramite le sue sculture in cartapesta a mezz’aria, rivela invece il transito nella coscienza dell’osservazione del reale. La carta è il materiale principe nella produzione di Marco Cordero, artista che trasforma libri e mappe geografiche per generare nuovi territori nati dall’incontro tra un passato mitico e un presente immaginato. Un accumulo di forme in pietra e piombo è elaborato dalla scultrice Daniela Novello che attraverso uno sguardo disincantato racconta di ciò che lasciamo dietro di noi, sia esso un ricordo o un oggetto tangibile. Una grande mano in ferro ossidato e tante piccole allegre ceramiche colorate: ecco i “per grazia ricevuta” di Guido Scarabottolo e Luigi Belli, che comprendono la tradizione popolare dell’ex voto rinnovandone il linguaggio. Sappiamo che chiunque voglia stare al gioco deve conoscerne le regole, eppure prendere spunto da una situazione e ribaltarne il senso con un equipaggiamento fatto di immaginazione e ironia permette di scorgere gli aspetti trasversali delle cose: eccezionali campi di azione. Allora, per intraprendere il percorso della mostra occorre avere la curiosità di scostare un velo, verde come l’erba, e attraversare il campo da gioco di Alessio Barchitta che domanda furbescamente: Kick me?
L’iniziativa prevede la collaborazione degli studenti del Liceo Artistico Callisto Piazza nella realizzazione del catalogo.
Ringraziamenti: Andrea Cuomo,Rosa Galantino, Adriano Gentilucci, Galleria dell’Incisione, Brescia, Fondazione Mudima, Milano, Cristina Piccioli, Galleria Michela Rizzo, Venezia.
Mostra realizzata sotto l’insegna di Gerundo Contemporaneo